Dopo 20 minuti a fare avanti e indietro nel parcheggio dei camion tuktuk di Pakse, per capire, col solo aiuto di dita laotiane puntate in non ben definite e discordanti direzioni, quale devo prendre, e dopo 2 ore d’attesa nel tuktuk che aspetta che tutti i passeggeri abbiano finito il loro shopping del sabato, si parte!
Un bel viaggio polveroso nel retro del camion carico di gente, cocomeri e riso. La stagione secca in Laos é la stagione della polvere, si attacca ovunque tranne che sui fiori e sui pulitissimi piedini che la neonata affianco a me appoggia sui miei sporchissimi jeans.
Che c’é a ban pha pho? Una guesthouse con uno dei pochi elefanti domestici utilizzati per lavorare e non solo per far fare i giri ai turisti, ragazze che ballano musica discolao bevendo birra alle 4 di pomeriggio (non ho potuto rifiutare l’invito a ballare), gli uomini che guardano la boxe, dei venditori ambulanti che dormono nella guesthouse e che hanno trincato imparando la parola “salute!”, e i bufali nell’acqua che non fanno niente.
Insomma, un viaggio in bus e un villaggio un po’ sperduto come piacciono a me!